Due neologismi: “nostalgoritmo” e “foreverismo”
Grafton Tanner è un giovane autore e accademico americano. Il suo lavoro si concentra su Big Tech, nostalgia, neoliberismo e istruzione. Tanner è un insegnante all’Università della Georgia.
Ha coniato i due neologismi nostalgoritmo e foreverismo. Il primo si riferisce a come la nostalgia viene manipolata attraverso algoritmi, mentre il foreverismo rappresenta un discorso anti-nostalgico che promuove una crescita senza cambiamento e una vita senza perdita.
Tanner esplora come la cultura contemporanea cerca di “eternizzare” eventi e oggetti per evitare il dolore della perdita, affrontando temi come l’archiviazione digitale e la cultura del reboot.
La parola “nostalgoritmo” è un neologismo che combina “nostalgia” e “algoritmo”. L’etimo di “nostalgia” proviene dal greco nostos (ritorno) e algos (dolore), indicando un dolore per la lontananza da casa.
L’uso del termine suggerisce un algoritmo che evoca o gestisce sentimenti nostalgici, probabilmente in contesti digitali o tecnologici, anche se non è ampiamente documentato in fonti etimologiche tradizionali.
Il termine “foreverismo” deriva dall’inglese “forever,” che significa “per sempre,” combinato con il suffisso “-ismo,” usato per formare nomi che indicano una dottrina o un movimento.
Il concetto di “foreverismo” potrebbe riferirsi a ideologie o pratiche che enfatizzano l’idea di eternità o permanenza, ma non ha una definizione standardizzata nelle fonti etimologiche. L’uso di “-ismo” implica una certa filosofia o approccio verso l’idea di eternità, sebbene non sia un termine comunemente riconosciuto.
Sia “nostalgoritmo” che “foreverismo” sono termini moderni che riflettono l’intersezione tra linguaggio, tecnologia e sentimenti umani, ma non hanno una radice etimologica consolidata nelle lingue classiche.
La politica della nostalgia, esplorata nel concetto di nostalgoritmo, si riferisce all’uso strategico della nostalgia da parte di politici e media per influenzare l’opinione pubblica e mobilitare le masse.
Questi fenomeni sono stati analizzati da Grafton in due suoi libri pubblicati anche in Italia dove si discute come la nostalgia possa essere deliberatamente diffusa tra gruppi eterogenei, creando una connessione emotiva che può essere sfruttata per scopi politici.
Il foreverismo, come descritto da Grafton Tanner, si relaziona in modo significativo alla nostalgia e al cambiamento, affrontando le sfide del presente e le tensioni legate alla memoria. Si propone un modo di “persemprificare” esperienze e oggetti, cercando di rianimare ciò che è stato degradato o perso.
Tanner sottolinea che questo approccio mira a eliminare la nostalgia associata alla perdita, cercando di mantenere attive nel presente le esperienze passate.
La nostalgia, in questo contesto, è vista come un sentimento che può portare a una sorta di impotenza rispetto al cambiamento, poiché si rifugia in un ideale di un passato migliore. E’ spesso descritta come una negazione del presente doloroso, un desiderio di tornare a periodi percepiti come migliori.
Questo sentimento può diventare un ostacolo all’azione e alla crescita personale, portando a una ricerca di stabilità che il foreverismo cerca di contrastare. Tanner suggerisce che la società contemporanea desideri una crescita senza cambiamento, una vita senza perdita, il che implica una certa avversione alla nostalgia stessa.
D’altra parte, la nostalgia non è intrinsecamente negativa; può fungere da strumento per rafforzare l’identità personale e sociale. Essa crea legami tra passato, presente e futuro, fornendo un senso di continuità e coesione. In momenti di cambiamento o transizione, la nostalgia può offrire conforto e resilienza, aiutando gli individui a navigare le sfide del presente.
Tanner invita a riflettere sulle conseguenze ecologiche e sociali dell’archiviazione dei dati e della cultura dei reboot, suggerendo che il desiderio di mantenere tutto attivo nel presente possa portare a una distorsione della realtà.
La nostalgia, quindi, diventa un tema centrale nella discussione su come affrontiamo il cambiamento: sebbene possa essere un rifugio emotivo, può anche impedire l’adattamento e la crescita.
Il foreverismo si confronta con la nostalgia in modi complessi. Mentre cerca di proteggere le esperienze dal deterioramento temporale, riconosce anche il potere della nostalgia come strumento di connessione e resilienza. Tuttavia, la sfida rimane: come onorare il passato senza lasciarci imprigionare da esso, per costruire il futuro.