Dopo il Covid, si rinnova “il piacere delle spine” nel “Giardino Segreto dell’Anima”
“IL PIACERE DELLE SPINE” è un INVITO a condividere dal 21 al 28 febbraio, in rigorosa luna calante, il piacere e l’esperienza della potatura del grande roseto del GIARDINO SEGRETO dell’ANIMA a Campinola di Tramonti sulle alture della Costa d’Amalfi. Perché da maggio possa ancora offrire lo spettacolo della grande fioritura delle trecento varietà di ogni colore, forma, dimensione, profumo, in un contesto armonioso e attraente in ogni stagione. Venite a visitarlo dalla “stagion de’ fiori” ma solo su appuntamento e con visite guidate: sarà una bella esperienza per gli amatori e per tutti. Per la condivisione del “piacere delle spine” ed eventuali visite, telefonare al 3478790007. Lo studioso e scrittore Antonio Gallo che vive fra Tramonti e Sarno ed ha vissuto molto in Inghilterra, il 24 febbraio 2016 sul blog “Un’idea di vita” commentava simpaticamente e sapientemente un annuncio simile su “Il piacere delle spine” nel Giardino Segreto dell’Anima. (Antonio De Marco)
“Un Giardino che vuole custodire i segreti dell’anima di chi ama la natura. Il titolo può avere un certo sapore di “sadismo” compiacente. In effetti nasconde non solo l’amore sofferto e silenzioso di chi questo giardino lo custodisce, lo coltiva e lo difende. Rappresenta anche un invito ed una sfida a provare le fatiche che un impegno del genere richiede.
Per scrivere questo post mi sono documentato e ho fatto una rapida ricerca. Ho scoperto così che “potare” non è una “cosa” del tutto semplice, specialmente se si tratta di rose. Se si conosce poi la dimensione del roseto che questo Giardino Segreto dell’Anima contiene oltre trecento varietà di rose, potete immaginare cosa significa quello che l suoi patron”, Enza Telese e Antonio De Marco, chiamano il “piacere delle spine”. Una metafora poetica naturale di grande impatto.
Dunque, esistono regole ben precise per potare le rose. Il principale problema è che sono molto diverse le une dalle altre e la sfida consiste nel capire quali regole siano quelle giuste per quel particolare tipo di rosa e per la conformazione che si vuole ottenere. Gli scopi per cui si pota sono molteplici: ridurre la taglia della pianta, modellarla secondo le proprie necessità, ripulirla dai rami morti, rotti o malformati, rinnovare la pianta attraverso la crescita di nuovi rami basali, concentrare le riserve solo su alcuni steli per ottenere fiori più grandi. Riguardo al rapporto potatura/fioritura vale la regola: maggiore potatura = fiori più grandi, minore potatura = maggior numero di fiori ma più piccoli.
Ho appreso, così, che molti appassionati del verde vedono la potatura della rosa con timore, perché le diverse varietà richiedono differenti modalità di potatura. Alcune devono essere potate presto durante la stagione, altre in inverno. Anche l’intensità della potatura varia in funzione del tipo di rosa. La rosa “Floribunda”, ad esempio, richiede solo potature leggere per fiorire; l’ibrido “Tea”, che produce fiori grandi, richiede invece potature vigorose, per ottenere una fioritura vistosa.
Per avere buoni risultati, le rose andrebbero potate in tardo inverno, quando la caduta delle foglie è completata e non è ancora iniziata l’emissione dei nuovi germogli. Credo che questa sia la politica giardiniera usata da Enza e Antonio. Le piante giovani devono essere trattate con grande attenzione e i tagli essere meno vigorosi.
Bisogna lasciare un numero sufficiente di steli e gemme necessario allo sviluppo della giovane pianta. La potatura deve essere proporzionale alle dimensioni e alla età della pianta. In genere si lasciano 4–8 steli, un numero inferiore nelle piante più vigorose. Ad eccezione delle rose rampicanti, più vigorosa è la potatura, più abbondante sarà la fioritura.
E poi, ancora: evitare di tagliare le gemme più robuste, localizzate a metà stelo e, solitamente vicine alle foglie più lussureggianti. Lasciare le gemme rivolte verso l’esterno della pianta, così da ottenere uno sviluppo rivolto verso l’esterno. Di solito, queste gemme producono i fiori più grandi e appariscenti. Ogni pianta ha rami vecchi e giovani, scegliere quelli che danno alla pianta la forma migliore e asportare i rimanenti, soprattutto i più vecchi. Sui rami più vecchi, lasciare sempre un germoglio laterale e accorciare quelli nuovi cresciuti in estate.
Qui mi fermo. Rischio di annoiare chi mi legge e di commettere anche errori. Non sono un giardiniere. Sono esposto a facili critiche di chi lo è davvero. Gli amici Enza Telese e Antonio De Marco sono fra questi. In questa antica e consolidata passione, rivelano non solo un piacere “positivo”, ma anche uno “negativo”, come emerge dal “piacere delle spine”. Perché, di questo si tratta.
La frase che hanno usato per mettere in evidenzia la potatura delle rose è, come ho detto innanzi, sopratutto una metafora, oltre che un invito a partecipare. Una “epifània” che nasconde una ben precisa provocazione indirizzata a chi vuole amare la natura e visita per l’occasione il loro Giardino.
Enza e Antonio intendono dire a chi afferma di amare i giardini, ai suoi visitatori quando gli chiedono di accedere, quando li sentono parlare delle loro rose, quando li introducono ai suoi segreti: vedete quanta fatica, quanto impegno, quanto lavoro, passione, fantasia ci vuole per governare un giardino?
Già! perché di questo si tratta. Una fatica che deve avere anche fantasia, una fantasia che deve essere creativamente poggiata sulla presenza della natura. Perché il vero giardiniere deve “conoscere” la natura, per modularla, modellarla, aiutarla a dare il meglio di se stessa.
E, allora, se una rosa rappresenta l’amore, cosa significano le spine? Perché la natura tira fuori le spine? Mi sembra chiaro. Le spine servono a che esse difendano le rose dagli attacchi degli insetti permettendo a chi è in cerca di amore di soddisfare questo loro bisogno di amore. Il fatto è che se una rosa rappresenta l’amore umano, essa rappresenta, con le sue inevitabili spine, anche il tipo di amore desiderato ma non avuto, a meno che uno non abbia indosso i guanti.
Esse rappresentano anche le difficoltà che l’amore è destinato ad incontrare nel suo percorso, la realtà della vita. Il loro fiore, le rose, con il loro amore rischiano di portarci fuori da questa realtà. L’amore oltre ad essere quello che tutti desideriamo che sia, è anche sofferenza, dolore, lacrime.
In tutte le letterature questo fiore simboleggia bellezza, amore, fantasia. Una rosa per ogni donna come simbolo di armonia. I suoi colori testimoniano questa armonica bellezza. Il rosso, amore romantico; il bianco, la purezza; il silenzio, il fascino; il rosa, la gioventù; il giallo, l’amicizia; il nero, la morte e il contrasto; il blu, la fantasia e anche qualcosa di irraggiungibile.
Tutte (o quasi) hanno le loro spine, e tutte sono uguali. Esse testimoniano il sacrificio, la necessità di lottare. Simboleggiano anche avversità, difesa, sacrificio. Abraham Lincoln ha detto: “ Possiamo lamentarci che le rose hanno le spine, ma anche rallegrarci del fatto che le spine hanno le rose”. Oscar Wilde ha scritto nel suo “L’usignolo e la rosa”, un racconto che fa parte de “Il Principe Felice”. Con questa citazione concludo dicendo che se non c’è rosa senza spina, ogni spina merita una rosa.
“L’Usignolo capiva il segreto dolore dello Studente e restava silenzioso sulla Quercia a meditare sul mistero dell’Amore. D’improvviso spiegò nel volo le sue ali brune e si librò nell’aria e come un’ombra aleggiò sul Roseto che cresceva sotto la finestra dello Studente. “Dammi una rosa rossa” implorò “e ti canterò la mia canzone più dolce.” Ma il Roseto scosse il capo.“L’inverno ha ghiacciato le mie vene e il gelo ha straziato i miei boccioli”. “Una sola rosa rossa è tutto ciò che ti chiedo” gridò l’Usignolo. “Non c’è proprio nessun modo per averla?”
“Un modo c’è ma è così terribile che non oso dirtelo.”
“Dimmelo, io non ho paura.”
“Se vuoi una rosa rossa devi formarla con la musica al chiaro della Luna e tingerla col sangue del tuo cuore. Devi cantare per me col petto contro una spina tutta la notte, e la spina deve trapassare il tuo cuore”.
“La morte è un prezzo alto da pagare per una rosa rossa” disse l’Usignolo “e la vita è cara a tutti. E’ così dolce indugiare nel bosco, guardare il Sole nel cocchio d’oro e la Luna in quello d’argento. Sentire il profumo della vitalba, delle campanule azzurre che si nascondono nella valle e dell’erica che fiorisce sul colle. Ma l’Amore è più prezioso della Vita, e cos’è mai il cuore di un uccellino paragonato al cuore di un uomo?”