Dimensione orizzontale e Dimensione verticale

Antonio Gallo
2 min readMar 8, 2024

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Corriere della Sera - settimanale 7 - 08-03-2024

Quando ero in “cattedra”, si fa per dire, non mi ci sono mai sentito, ero solito dire che quando si studia un testo, di qualsiasi tipo, bisogna leggerlo e studiarlo analizzandolo prima in orizzontale e poi in verticale. Con il passare del tempo e dell’esperienza, con l’arrivo di quella che all’inizio venne chiamata “Information Technology” (IT), diventata poi “Digital Technology” (DT), le cose sono cambiate di molto.

Sono quelle “cose” che formano la realtà, ciò che noi vediamo o crediamo di vedere, udire o pensiamo di sentire, fingiamo di comprendere, ci illudiamo di capire e per le quali siamo anche disposti a morire. La lettura della realtà viene, comunque, sempre legata alla risposta a quei fatidici interrogativi iniziali: “chi cosa quando dove perché”. In orizzontale può andar bene una lettura digitale, di superficie, per una primaria informazione. Ma se vogliamo veramente capire il tutto, è nessario procedere in verticale. All’incrocio tra le due rette si trova il giusto punto di vista per “leggere” la realtà.

Nella foto dell’articolo che ho in proposto in apertura, lo scrittore e giornalista Antonio Polito, in un acuto ed interessante articolo presentato nel suo “livingroom” settimanale, sembra ribaltare la situazione. Ridiscute, a suo modo, il modo di vedere la realtà attraverso la lente dei social. Quando io sostenevo, e ancora credo a quello dicevo ai miei studenti, che l’analisi verticale segue quella orizzontale, il cartaceo è conoscenza verticale, l’orizzontale, il digitale, sta per informazione, Polito scrive che la realtà è invece in verticale da quando la riprendiamo con gli smartphone e la condividiamo sui social.

Polito poi fa seguire un secondo interrogativo, quando pone la domanda se la famosa realtà è uguale sia in verticale che in orizzontale. Il problema nasce dalle immagini dei social che diventano tutte verticali perché le riprese vengono fatte senza ruotare lo schermo. Mentre la ripresa orizzontale non esclude la realtà laterale, la ripresa verticale la taglia e fa diventare la comunicazione falsata perché senza gli elementi laterali, un importante, necessario contesto. La realtà fiventa così cultura verticalizzata. Polito chiude il suo intelligente ed acuto intervento con queste parole che meritano di essere riportate integralmente:

“Vertical is the new black” dicono gli esperti. Significa che il verticale ha vinto, cos’ fan tutti. E mi domando se da questa svolta non derivi anche l’iilusione (la vivaimo in tanti campi del nostro vivere comune, pee esempio in politica) che la dimensione verticale risolva i problemi, per definizione orizzontali: un capo supremo, per esempio, una gerarchia di potere, una catena di comando, al posta delle cominione di interessi, della collaborazione, della cooperazione orizzontale tra le persone.

Ancora una volta aveva ragione Marshall McLuhan quando, oltre mezzo secolo, fa disse “the medium is the message”. La realtà si esprime, si manifesta e noi la trasmettiamo con il mezzo che scegliamo, trasformandola …

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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