“Covid 19” vs “Homo schizzatus”

Antonio Gallo
5 min readJul 31, 2021

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IL GIARDINO DELLE DELIZIE: DAL PARADISO TERRESTRE ALL’INFERNO
Jeroen van Aken, conosciuto come BOSCH

Non so se è il titolo che dà il senso ad un un post, oppure è un post che dà il senso ad un titolo. Bosch quando dipinse questo quadro, e gli diede quel titolo, non aveva conosciuto Covid. E’ il caso di questo post che vede due realtà storiche umane e culturali opposte e contrastanti incontrarsi e confrontarsi sulla scena del mondo di oggi. Quel “vs” sta per la parola latina “versus”, “contro”, “in opposizione a”, ma in questo caso significa anche “verso”, nel senso di direzione, mutamento.

La domanda allora è: ma davvero l’uomo di oggi, l’uomo storico cosi detto “sapiens” si sta trasformando in “homo schizzatus” specialmente dopo l’arrivo di Covid? Il tema in ballo è quello dell’aggressività sociale nella civiltà di oggi. Questa tecnica di trasformazione, questo mutamento, questa metamorfosi la potremmo forse applicare a diverse situazioni che ci scorrono sotto gli occhi ogni giorno.

E’ lecito dire ad esempio: “Cavaliere vs Politico”, “Tecnico vs Primo Ministro”, “Comico vs Rivoluzionario”, “Sindaco vs Segretario”, “Segretario vs Premier”. Una lunga sequenza di mutamenti e contrapposizioni più voluti che spontanei, ma anche voluti e spontanei insieme, messi in atto, e forse addirittura scatenati, da una interna, latente aggressività cresciuta nel tempo. Un sentimento questo sempre pronto a manifestarsi in qualunque maniera, nei momenti meno propizi, ma anche più insostenibili ad accettare nonostante la forte richiesta di cambiamento.

Nella non grande gamma di varietà umana che seguo e che mi segue sui vari social, i così detti “amici”, posso avere la conferma di quanto ho detto. Vale a dire: nel mondo di oggi la parola che più di tutte si afferma nelle relazioni sia reali che virtuali è: “aggressività”. Sapete cosa scatena questa aggressività? La sete, la smania di comunicazione. Comunicare non per sapere, conoscere, dibattere, confrontare, costruire, trasformare. No, quasi mai ci si trova in situazioni di questo tipo. Nella tipologia umana sociale, come nella Rete in genere, se ne trovano di ben altro genere.

Chi è il soggetto “aggressivo”? Ecco alcuni sinonimi: attaccabrighe, battagliero, prepotente, prevaricatore, acido, caustico, bellicoso, cattivo, combattivo, ferino, feroce, forte, impetuoso, manesco, mordace, vigoroso, violento, minaccioso, litigioso, polemico, sanguinario, truce, atroce, barbaro, brutale, crudele, disumano, efferato, inumano, selvaggio, spietato, selvatico, bruto, duro, corrosivo, ironico, malevolo, mordente, pungente, salace, sarcastico, satirico, sferzante, tagliente, velenoso. Ed ecco alcuni contrari: accomodante, bonaccione, mansueto, mite, innocuo, quieto, buono, docile, tranquillo, accondiscendente, arrendevole, malleabile, tollerante, dolce, paziente, domestico, innocuo, inoffensivo.

Se scorro ognuno di questi aggettivi, posso inquadrare i miei “amici” con i quali interagisco ogni giorno. Ovviamente la scelta resta sempre personale e quindi limitata. Ma quando si diventa un personaggio, transitando da un terzo, secondo piano ad uno di primo piano, la carica di aggressività aumenta, deve necessariamente crescere, altrimenti lo stesso personaggio non coinvolge nessuno, resta domestico, inoffensivo ed innocuo. Ed ecco allora che si spiega come da “homo sapiens” il soggetto diventa necessariamente “homo schizzatus”.

Ecco alcuni esemplari “amicizie” che mi onoro di avere. Il mio “amico” poeta deve necessariamente scrivere non semplici versi, ma “distici eroici” che aggrediscono, stupiscono, brutalizzano. Alterna prosa a poesia come segno della sua abilità linguistica a provocare azioni e reazioni. Spesso il senso langue, come anche la forma. Ma tu riconosci in quel lessico la forte, violenta dose aggressiva di chi vuole giustizia, verità e appagamento da parte di chi lui sa bene non glielo può dare.

C’è poi l’ex-alunno incanutito, rivoluzionario mancato in gioventù, ma sempre povero in canna. Tra lotte continue interne ed esterne, poteri operai di vario genere, falci, martelli e manifesti, anche dopo la caduta del muro, continua a credere nella imminente rivoluzione proletaria. Il suo brillante compagno di banco, d’altro canto, ma di buona famiglia, che ha assaporato il piacere ed il gusto della politica di paese e poi quella di Roma, è diventato un intellettuale liberale e di vedute transnazionali. Costui è sempre presente in Rete ed in bacheca con i suoi liberali stimoli politicamente significativi, cucinati anche nei salotti della tv di stato e non. Lui è noto per il suo liberalismo e la grande tolleranza, crede nella politica come utopia che migliorerà sia l’uomo che il mondo.

Che dire poi di quello splendido dono della natura di donna in carne, che conosco però solo in maniera virtuale ed in fotografia, ma che sembra tanto imbattibile in gastronomia, quanto nell’arte di dire parolacce in dialetto, condite di ricette e delicatezze culinarie? Ogni momento ed occasione è buona per farsi leggere nella sua voluta volgarità linguisticamente aperta e sboccata solo per trasgredire, stupire ed aggredire. Tra il subliminale, il felliniano e il boccaccesco moderno costei scrive anche piacevoli libri e articoli a migliaia di fan che la seguono, tra l’insulto e l’incanto. Una tipica intelligenza perduta.

Non manca in questo scenario l’eccellente accademico linguista, che scrive di politica alle sue giovani anime seguaci di seminario universitario, alle quale propina anche riferimenti e suggerimenti solo in apparenza disinteressati ai suoi libri appena usciti, alle sue conferenze tra quartieri e socialità politicamente qualificata. Non può sfuggire la presenza del giovane rampante ecclesiastico direttore della più antica rivista italiana, vero “flying manager” cibernauta sempre connesso con il Padreterno ed il suo rappresentante in terra in ogni medium possibile. Si può dire che sia nato sempre prima lui e poi il medium che usa. Anzi, direi che “lui è il mezzo”.

In questa figura di cibernauta ecclesiale ovviamente non è possibile rintracciare alcuna aggressività dichiarata. Sono però i suoi continui messaggi su qualsiasi argomento, disseminati in ogni forma ed occasione nella sua missione salvifica a suscitare in chi lo segue la forte reazione aggressiva corrispondente. Basterebbe allora non seguirlo, direte voi. E invece mi risulta che molti lo seguono e dicono di essergli amici, ma in effetti sono soltanto “amici del giaguaro”.

Abbondano le figure maschili e femminili appassionati di storie e tradizioni locale, i vecchi ma pochi amici di classe di secoli e millenni passati, le identità fatte di falsi nomi, le associazioni, i circoli, “amici” tutti adusi a commenti e comunicazioni taglienti, aggressive, provocatori “schizzati” pronti a saltare addosso a chi lancia un’idea, propone una soluzione, avanza un progetto.

Schizzare veleno, bile, fango su chiunque, ovunque e comunque. Senza una ragione, senza un significato, senza un risultato. Se tutta la “sapienza” che l’uomo è riuscito ad acquisire nel corso dei secoli deve essere trasformata in “schizzi” trasmessi in tempo reale ed universale in Rete, allora vuol dire che quello che ha detto Francesco su Internet come “dono di Dio” è verità e illuminazione. Vuol dire che “la fine è vicina”. Non basterà un virus a farci fuori. Sarà l’Apocalisse a salvarci.

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Antonio Gallo
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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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