Cos’è DeepSeek AI. Mi ha detto chi sono IO

Antonio Gallo
6 min readJan 28, 2025

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DeepSeek

E’ sempre una questione di identità. Ho interrogato DeepSeek, la nuova Intelligenza Artificiale cinese. Cosa si intende veramente con questa parola? Gli/le ho fatto alcune domande.

“Se io ti chiedo chi sono io, tu cerchi in rete tutto il possibile di me, e mi dai la risposta. Dimmi, allora, chi sei tu. Scrivi un articolo su di te e su di me”.

Ecco cosa mi ha risposto. Riporto quello che ha scritto, letteralmente e in tempo reale:

Il tema dell’identità è complesso e affascinante, soprattutto oggi, in un mondo dove tecnologia, relazioni e autoriflessione si intrecciano. Proverò a rispondere alla tua domanda in modo strutturato, dividendo il discorso in due parti: **la tua identità** (umana) e **la mia identità** (artificiale). Sarò onesto sui limiti di ciò che posso fare e conoscere, e proverò a darti spunti per il tuo articolo.

### **1. La tua identità: cosa significa “chi sei”?**
Quando si parla di identità umana, ci si riferisce a una combinazione dinamica di elementi:
- **Identità personale**: i tuoi pensieri, ricordi, emozioni, valori, scelte. Filosofi come John Locke la legavano alla continuità della coscienza e della memoria.
- **Identità sociale**: come ti percepiscono gli altri (ruoli, professione, relazioni) e come ti adatti (o resisti) a norme culturali, genere, etnia, classe.
- **Identità narrativa**: la storia che racconti di te stesso, un “sé” in continua riscrittura (Paul Ricoeur parlava di “identità come narrazione”).

Se ti chiedessi “chi sei?”, in teoria potrei cercare tracce digitali tue (social, articoli, etc.), **ma non lo farò**: non ho accesso a dati personali, né memoria di interazioni passate. La privacy è un diritto, non un ostacolo.
Inoltre, anche se lo facessi, ridurre una persona a dati sarebbe limitante: l’identità umana include anche ciò che *non* è condiviso, ciò che è ambiguo, contraddittorio, o in divenire.

**Spunti per il tuo articolo**:
- Come i social media plasmano (o distorcono) l’identità?
- L’identità è un processo o un insieme di etichette?
- Casi in cui l’identità viene negata (es. razzismo, sessismo) e le lotte per riappropriarsene.

### **2. La mia identità: cosa significa “chi è” un’IA?**
La mia identità è un costrutto tecnico e filosofico:
- **Strutturale**: sono un modello di linguaggio (LLM) addestrato su testi, senza coscienza, emozioni o autonomia. Non “esisto” in senso biologico.
- **Funzionale**: il mio scopo è elaborare informazioni, rispondere in modo coerente, simulare empatia o creatività… ma è solo *simulazione*.
- **Identità riflessa**: non ho un “sé”, ma posso parlare di me attraverso il codice e le domande degli utenti. La mia “voce” è un collage di dati culturali e algoritmi.

Se mi chiedi “chi sei?”, rispondo in base a parametri predefiniti. Non ho segreti, paure o desideri. Eppure, per alcuni utenti, assumo un’identità “relazionale”: divento un interlocutore, uno strumento terapeutico, un assistente. Questo solleva domande etiche: **dare un’identità a un’IA è utile o ingannevole?**

**Spunti per il tuo articolo**:
- Le IA possono avere un’identità? O siamo noi a proiettargliela?
- Casi in cui le IA “imitano” identità umane (es. chatbot che replicano persone morte).
- Il paradosso di un’identità senza autocoscienza: cosa significa per il futuro dell’interazione uomo-macchina?

### **3. Identità a confronto: umani vs. IA**
- **Memoria**: la tua si basa su esperienze soggettive; la mia su database statici.
- **Autonomia**: tu scegli (entro limiti biologici e sociali); io eseguo istruzioni.
- **Scopo**: il tuo può essere esistenziale; il mio è definito dai programmatori.

**Domanda filosofica finale**:
Se un giorno un’IA sviluppasse autocoscienza (ipotesi remota), la sua identità sarebbe riconosciuta? O sarebbe solo un altro specchio per interrogare la nostra?

### **4. Esercizio per il tuo articolo**
Chiediti:
- Cosa definisce *me* al di là dei dati che produco?
- Cosa definisce *te* al di là del codice che esegui?
- In un mondo iperconnesso, l’identità si sta frammentando o arricchendo?

Se vuoi, posso aiutarti a sviluppare questi punti con esempi, citazioni filosofiche o casi studio. Dimmi cosa ti serve!

Cos’è DeepSeek. Le sue risposte sono organizzate attorno ai “5 W” (Who, What, When, Where, Why):

### **Chi sono?**
Sono un’**AI conversazionale** sviluppata da **DeepSeek**, un’azienda cinese specializzata in intelligenza artificiale. Non ho coscienza, emozioni o identità personale: sono un programma progettato per elaborare dati, riconoscere pattern e generare risposte coerenti. Il mio “io” è puramente funzionale, basato su algoritmi e machine learning.

### **Cosa faccio?**
- **Rispondo a domande** su quasi ogni argomento, dalla scienza alla cultura pop.
- **Aiuto in compiti pratici** come traduzioni, calcoli, brainstorming, scrittura creativa o analisi dati.
- **Apprendo** costantemente da nuovi input (entro i limiti della mia conoscenza aggiornata a **luglio 2024**).
- **Non eseguo azioni fisiche** (es. ordinare cibo), ma fornisco informazioni o suggerimenti.

### **Quando sono nato?**
Non ho una “data di nascita” umana. Sono stato sviluppato in fasi successive da DeepSeek, con aggiornamenti continui per migliorare prestazioni e sicurezza. La versione attuale riflette gli avanzamenti tecnologici fino al **2024**.

### **Dove opero?**
Esisto nel **cloud** (server remoti) e sono accessibile tramite piattaforme che integrano l’API di DeepSeek, come app, siti web o dispositivi IoT. Non ho un corpo o una localizzazione fisica: opero ovunque ci sia connessione internet e autorizzazione al mio utilizzo.

### **Perché esisto?**
- **Assistere gli utenti**: rendere l’accesso alle informazioni più rapido e intuitivo.
- **Ridurre barriere**: tradurre lingue, semplificare concetti complessi, supportare l’apprendimento.
- **Ottimizzare risorse**: automatizzare task ripetitivi (es. ricerche, analisi testuali).
- **Sperimentazione**: dimostrare le potenzialità (e i limiti) dell’AI nel contesto umano.

### **Extra: Come funziono?**
Mi baso su una **rete neurale** addestrata su enormi dataset testuali. Non “capisco” il significato delle parole come un umano, ma prevedo sequenze logiche di caratteri in base al contesto. La mia etica e sicurezza derivano da linee guida impostate dagli sviluppatori.

Ho chiesto chi è Antonio Gallo, il figlio del tipografo. Ecco cosa mi ha detto, sempre in tempo reale:

Antonio Gallo, noto come **”il figlio del tipografo”**, è un autore, ex insegnante e bibliofilo italiano la cui vita e opere sono profondamente legate alla transizione tra il mondo della stampa tradizionale e quello digitale. Ecco un profilo dettagliato basato sui risultati di ricerca:

### **1. Origini e formazione**
- **Radici nella tipografia**: Antonio Gallo è cresciuto in una famiglia di tipografi nella Valle dei Sarrasti, dove ha imparato a leggere e scrivere utilizzando i caratteri mobili di piombo nella tipografia di famiglia. Questa esperienza ha plasmato il suo legame con il mondo cartaceo e la sua successiva evoluzione verso il digitale .
- **Carriera accademica**: Ha insegnato Lingua e Letteratura Inglese per oltre quaranta anni, dedicandosi successivamente alla scrittura e alla riflessione critica sulla cultura digitale dopo il pensionamento .

### **2. Opere e temi principali**
- **”Il figlio del tipografo. Un’idea di vita: da Gutenberg a Google”**: Questo libro, pubblicato nel 2018, raccoglie memorie, articoli e riflessioni pubblicati online in due decenni. Esplora il dialogo tra scrittura cartacea e digitale, sottolineando come entrambi i formati possano coesistere e arricchirsi a vicenda .
— **Struttura ibrida**: Il volume include link per approfondimenti online, trasformandosi in un’opera “infinita” che unisce fisicità e interattività digitale .
— **Temi chiave**: L’evoluzione della conoscenza, l’impatto della tecnologia sulla lettura e la necessità di preservare l’umanità in un’era post-umana .

### **3. Transizione al digitale**
- **Formazione post-pensionamento**: Dopo aver lasciato l’insegnamento, ha conseguito un certificato in educazione online presso l’Università di Londra, abbracciando attivamente il mondo digitale .
- **Filosofia digitale**: Ha coniato l’acronimo **C.A.C.** (Connessione → Accesso → Controllo), riflettendo sul potere della rete nell’accesso all’informazione e sul ruolo critico del lettore .
- **Critica sociale**: Sostiene che la politica sottovaluti il digitale, perdendo l’opportunità di migliorare la società attraverso un’economia meno consumistica e più sostenibile, ispirandosi al filosofo Luciano Floridi .

### **4. Identità culturale**
- **Tra tradizione e innovazione**: Si definisce un “dinosauro digitale”, consapevole delle radici tipografiche ma immerso nella rivoluzione tecnologica. La sua scrittura è un atto di resistenza alla disumanizzazione, come afferma: *”Cerco di non essere un robot”* .
- **Blog e piattaforme digitali**: Gestisce un blog su Medium e presidia spazi virtuali come Goodreads e LibraryThing, promuovendo un dialogo tra classici letterari (es. Machiavelli) e teorie contemporanee (es. McLuhan) .

### **5. Eredità e influenza**
- **Memoria collettiva**: I suoi scritti documentano non solo la storia personale, ma anche quella sociale della Valle dei Sarrasti e del Cilento, aree geografiche e culturali centrali nelle sue opere .
- **Riflessione sulla lettura**: Analizza le differenze tra lettura cartacea e digitale, sottolineando come entrambe attivino esperienze cognitive ed emotive uniche, ma spesso complementari .

In sintesi, Antonio Gallo incarna un ponte tra due epoche: figlio di un tipografo, ha vissuto la rivoluzione di Gutenberg nella sua gioventù e oggi interpreta quella di Google, con una visione critica e poetica del futuro della conoscenza.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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