Cosa significa oggi credere con tutti quei morti sotto le bombe?
Un libro quanto mai adatto non solo alla giornata della Domenica delle Palme ma a tutta l’intera settimana fino a Pasqua. Quanti di quelli che si chiamano “cristiani” hanno capito veramente cosa accadde oltre duemila anni fa, oggi? Questo è un ennesimo libro sul “credere”. Non si contano i libri che cercano di dare una risposta alla domanda: Cosa significa credere oggi con tutte quelle bombe e tutti quei morti?
Nella pubblicità dell’Editore si legge: “Io credo perchè ho conosciuto amorosamente Dio nella mia esperienza e da quel momento la mia vita è fiorita”, lo dice Julian Carròn in dialogo con Umberto Galimberti che gli risponde: “Io non sono nè laico nè ateo, io sono “Greco”. essere “greci” significa sapere che devi morire e quindi significa acquisire il senso del limite”. Voi, tu che leggi, cosa sei?
Credere è un verbo dai tanti significati e dalle innumerevoli implicazioni che attengono non solo alla sfera della spiritualità ma anche a quella della psicologia e più in generale del vivere in una società civile. Ma cosa significa credere oggi? E cosa significa non credere? Su quali convinzioni poggiano le riflessioni di un uomo di fede o, viceversa quelle di un agnostico, di un “greco”, come si definisce Umberto Galimberti? Una delle personalità cattoliche più interessanti del panorama attuale dialoga con uno dei filosofi e psicanalisti più conosciuti in Italia sul senso profondo di questa parola. Ne scaturisce un confronto di altissimo livello e allo stesso tempo chiaro e illuminante, ricco di suggestioni e possibili declinazioni. Ma anche un’interessantissima mappatura del pensiero spirituale occidentale, fondamentale per credenti e non credenti.