Conosci tu la “Terra dei Sarrasti”?

Antonio Gallo
5 min readOct 3, 2021

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Celebri sono divenuti i versi della cosiddetta “Canzone dell’Italia”, contenuta nel quarto libro del romanzo: «Kennst du das Land, wo die Zitronen blühn, / Im dunkeln Laub die Goldorangen glühn…?» («Conosci il paese dove fioriscono i limoni, / tra scure foglie le arance d’oro risplendono…?»). Con questa canzone Mignon simboleggia il Sud romantico, sensuale e di rinomata bellezza. Uso questo ricordo letterario per parlare del titolo e di un libro che mi riporta ad un luogo che mi appartiene: La Terra dei Sarrasti. “Conosci tu la terra dove vissero i Sarrasti che poi divennero Sarnesi?

Questo libro è molto importante perchè dà il nome ad un“tag”, una delle “etichette” che caratterizzano la mia biblioteca online su GoodReads. Le etichette, infatti, sono tante come arte, bellezza, bibliomania, luoghi, paesaggio, saggistica, storia … e anche “Terra dei Sarrasti”.

Tutti quei libri della mia biblioteca che in qualche modo, per autori, per argomento o per altro si riferiscono a questi luoghi e a quella che fu la valle abitata da quelle antiche genti chiamate Sarrasti, sono segnalati e quindi raggruppati sotto questa etichetta.

Si crea così uno scaffale sul quale chi legge ritroverà libri, autori, argomenti ed occasioni di persone, eventi, storie, scritture, pensieri e riflessioni legati a questa realtà. Una lettura attenta e mirata di questo libro sarà perciò essenziale per chi vuole davvero conoscere la storia di questo antico territorio. Un itinerario che abbraccia diversi paesi, culture, realtà umane e sociali, le cui caratteristiche possono essere tanto diverse ed anche contrastanti, quanto più vicine sono le une alle altre.

La studiosa archeologa Marisa De’ Spagnolis, nel suo lavoro pubblicato nel 2000 per merito dell’opera dell’indimenticabile Preside Prof. Gaetano Milone, così immaturamente strappato all’affetto non solo dei suoi cari ma anche alla Città di Sarno, ha saputo fare un’esauriente ed esaustiva illustrazione del patrimonio storico-archeologico di questo territorio bagnato dal Sarno, in quella valle che fu parte dell’antica “Campania Felix”. Ma questo accadde qualche millennio fa …

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Il volume illustra l’archeologia della Valle del Sarno partendo dalla preistoria fino al V secolo d.C. con attenzione particolare alla viabilità, alla centuriazione, all’economia. Viene esaminato ogni singolo centro urbano esistente in antico, tra cui Nocera Superiore, l’antica Nuceria Alfaterna, e vengono resi noti alcuni dei rinvenimenti avvenuti tra il 1988 ed il 1997.
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L’archeologa Marisa de’ Spagnolis è originaria di Itri (LT), graziosissimo centro medioevale del Lazio medioevale, dove la sua famiglia risiede da circa cinquecento anni. A Itri ha frequentato le scuole elementari e medie. Ha conseguito, invece la maturità classica nel Liceo Classico della vicina cittadina di Formia.

A Roma presso l’Università La Sapienza ha conseguito la laurea in Lettere classiche, indirizzo archeologico, e successivamente la specializzazione in archeologia classica con una tesi in Topografia antica (da pubblicare a cura dell’Università).

Ha iniziato a lavorare con le Soprintendenze per i Beni Archeologici fin dal 1973 come collaboratrice esterna ed ha partecipato a numerosi scavi. Tra questi Pratica di Mare (antica Lavinium), Sperlonga (Villa di Tiberio), Lanuvio (stipe votiva), Castel Sant’Angelo (mausoleo dell’imperatore Adriano di cui ha avanzato una nuova ipotesi ricostruttiva). A partire dalla fine del 1977 è stata assunta dal Ministero dei Beni Culturali ed ha iniziato a lavorare presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Roma.

In quella Soprintendenza si è occupata di parte del centro storico ed ha partecipato a numerosi scavi. Ha portato alla luce una splendida domus affrescata in Via Eleniana. Ha scavato un impianto termale sotto Palazzo Valentini, ritrovato splendidi marmi nel Mausoleo detto “Berretta del Prete” lungo l’Appia antica, ha eseguito saggi al Testaccio, alla stazione Termini, sul Colle Oppio, sull’Isola Tiberina ecc.

Lo scavo senza dubbio più importante è stato quello di Via Anicia dove sono stati portati alla luce horrea collegati con l’impianto portuale del Tevere. Nel corso dei lavori ha rinvenuto personalmente una piccola lastra marmorea raffigurante parte della forma urbis di Roma formata da diciassette frammenti. Il reperto noto come “lastra di Via Anicia” è stata rinvenuta il 13 maggio 1983. Essa reca la raffigurazione del Tempio dei Dioscuri, noto solo dalle fonti antiche per la particolarità di presentare la cella a pianta trasversale. Il documento marmoreo, di eccezionale valore storico e topografico ha aperto una nuova pagina sulla topografia della Roma antica ed è stato pubblicato (Il Tempio dei Dioscuri in Circo Flaminio).

Dopo il matrimonio con un archeologo, Baldassarre Conticello, avvenuto nel 1982 e la nascita dell’unica figlia Maria (1984) si è trasferita nel 1987 a Pompei ed ha iniziato a lavorare presso la Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno Avellino Benevento, con l’incarico di direttore degli Uffici Scavi di Nocera e Sarno.

Nel territorio nocerino — sarnese e scafatese rimane dieci anni nel corso dei quali porta alla luce numerosissime testimonianze archeologiche. Tra queste 540 tombe protostoriche della Valle del Sarno (comprese cronologicamente dalla seconda metà del IX sec. a.C. al VI sec. d.C.), a Nocera Superiore tombe dal V a.C. al V d.C., (tra queste le tombe ellenistiche documentanti il mito omerico di Dionysos e i pirati tirreni, il monumento funerario di un sutor del I d.C.) iscrizioni ebraiche (che documentano l’esistenza di una sinagoga), la monumentale necropoli romana di I secolo a.C. in loc. Pizzone, (con i sepolcri dei Numisii, dei Lutatii dei Cornelii); a Nocera Inferiore l’area archeologica di Piazza del Corso. A Scafati costituente il suburbio orientale di Pompei ha portato alla luce numerose ville, seppellite dalla eruzione del Vesuvio del 79 d.C., alcune delle quali esplorate (Villa Popidi Narcissi Maioris, Villa Vesuvio, Villa Cascone Sorrentino ecc.) e monumenti funerari tra i quali il monumento della Gens Decia e il sepolcro della più importante famiglia pompeiana al tempo di Nerone: i Lucrezi Valenti.

Quasi tutti gli scavi effettuati sono stati oggetto di pubblicazioni scientifiche. Il racconto delle scoperte archeologiche nel corso di dieci anni di scavi intensi avvenuti tra difficoltà di ogni genere è narrato in un libro, dal titolo “Dieci anni a Pompei e nella Valle del Sarno. Esperienze ed emozioni di una archeologa”.

Lasciata Pompei e la Soprintendenza di Salerno nel 1997 si è trasferita a Roma presso la Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio con la responsabilità di parte delle province di Roma e di Latina. Nel corso di questi anni sono stati effettuati numerosi scavi a Segni (dove ultimamente sono state portate alla luce due sculture, una delle quali in marmo greco) a Valmontone (nell’area dell’Outlet è stato portato alla luce un impianto temale); a Cori saggi di scavo hanno permesso di documentare la frequentazione del sito in epoca preistorica e protostorica); a Norba scavi stratigrafici hanno permesso di datare con precisione parte delle mura in opera poligonale e di documentare la fase protostorica della città; a Colleferro siti pleistocenici con difese di Elephas antiquus, a S. Cesareo ville e tombe, nonché un tratto notevole della Via Latina.

A San Cesareo ha rinvenuto ed esplorato la villa di Cesare e Massenzio. Dal 2010 al 2012 ha ricoperto la carica di direttore del Museo Archeologico nazionale di Sperlonga dove ha tenuto conferenze ed organizzato mostre importanti. Nella grotta di Tiberio ha portato alla luce le eccezionali testimonianze dell’uomo di Neanderthal.

Ha oltre 100 pubblicazioni archeologiche a stampa di cui 25 libri. Ha effettuato una ricerca genealogica sulla propria famiglia e sull’antenato musicista del 1600 don Giovanni Camillo de’ Spagnolis.

Ha tenuto conferenze in Italia, Israele, Grecia, Stati Uniti.

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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