Breve storia di (quasi) di tutto, anzi (quasi) niente
Questa non è una recensione, vuole essere qualcosa di diverso e di sperimentale dal punto di vista comunicativo. Quelle che seguono sono tre citazioni. La prima è la presentazione editoriale del libro di Bill Bryson. La seconda è la conclusione del libro così come l’ha scritta l’autore. La terza citazione è di Omraam Mikhaël Aïvanhov, un filosofo e pedagogo bulgaro di origine macedone. Indirettamente lo studioso bulgaro risponde a quanto, pur egregiamente, Bill Bryson ha scritto nel suo libro. Questo scrittore e divulgatore scientifico anglo-americano di grande successo ha saputo scrivere (quasi) tutto di quello che c’era da narrare sulla condizione umana, facendo però mancare al suo lavoro ogni riferimento a qualsiasi forma di elementi spirituali con i quali gli esseri umani si distinguono dagli esseri animali. Quel “quasi” del titolo ha la sua ragion d’essere. Rimane fuori la maggior parte del “tutto”.
“Mentre ero in volo sul Pacifico e guardavo pigramente dal finestrino l’oceano illuminato dalla luna, mi si presentò alla mente, con una forza piuttosto inquietante, la consapevolezza di non sapere nulla dell’unico pianeta sul quale mi sarebbe mai capitato di vivere.» Quanto è grande, infatti, il nostro pianeta? Come è fatto? Quali leggi ne governano il moto, la natura e i fenomeni? Per colmare questa lacuna, Bill Bryson decide di partire per un viaggio molto diverso da quelli che ci ha raccontato nei suoi libri: un viaggio nel mondo del sapere scientifico, per narrarci la storia dell’universo e farci comprendere, senza inutili difficoltà, la teoria della relatività e le sue conseguenze, i segreti del Big Bang, le leggi dell’evoluzionismo, la comparsa dell’uomo sulla terra, la doppia elica del DNA e molto altro. Con una scrittura sempre ironica, e senza mai rinunciare al gusto dell’aneddoto e della battuta, Bryson ci fa incontrare le personalità che hanno fatto e stanno facendo la storia della scienza, lasciandoci alla fine la sensazione di conoscere meglio il mondo in cui viviamo, ma anche quella, piacevolissima, di avere letto un «romanzo» ricco di sorprese e curiosità.”
“Se questo libro ha una morale, è che noi tutti — e per “noi tutti”, intendo tutti gli esseri viventi — abbiamo avuto una fortuna straordinaria a trovarci qui. Essere una forma di vita qualunque, in questo nostro universo, è già un gran risultato. Noi, in quanto esseri umani, siamo doppiamente fortunati. Non solo godiamo del privilegio dell’esistenza ma anche della facoltà, nostra esclusiva, di apprezzarla e perfino di migliorarla in un gran numero di modi. E’ un’abilità che abbiamo appena cominciato a dominare. Abbiamo raggiunto questa posizione di preminenza in un tempo incredibilmente breve. Gli esseri umani moderni, dal punto di vista comportamentale, esistono su questo pianeta da non più dell’0,0001 per cento della sua storia: quasi niente, davvero. Eppure, anche solo riuscire ad esistere per questo breve istante ha richiesto una serie quasi infinita di colpi di fortuna. Abbiamo appena cominciato. L’abilità, naturalmente, sta nell’assicurarsi di non arrivare mai alla fine. Quasi sicuramente per riuscirci non basterà affidarsi alla buona sorte, ma occorrerà molto di più.”
“A cosa si riducono le preoccupazioni della maggior parte degli esseri umani? Ad assicurarsi un sostentamento e una casa, ad avere una famiglia e a trovare anche di che nutrirla e alloggiarla. Ebbene, qualunque cosa essi pensino, in questo modo non fanno che condurre una vita da animali; ma sì, qualunque animale fa altrettanto! In cosa, allora, essi sono “umani”? L’esistenza di costoro sfugge quasi totalmente alla loro volontà e alla loro coscienza: nascono, crescono, si riproducono, poi si indeboliscono e se ne vanno; non sono mai presenti in niente di ciò che accade loro, non fanno che subire. L’esistenza veramente umana inizia quando, con la sua consapevolezza e con la sua intelligenza, un essere impara a controllare la propria vita, a purificarla e ad aggiungervi un elemento spirituale. A quel punto sì, egli diventa l’attore della sua esistenza, capace di dominare il suo destino.“