Basta una parola di quattro lettere: “enshittoscene”

Antonio Gallo
3 min readAug 27, 2024

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European Environment Agency

Tutte le lingue hanno parole considerate volgari. Gli inglesi sono noti per avere nella loro lingua parole ritenute volgari, tutte espresse in quattro lettere. Bisogna intendersi per prima cosa sul termine “volgare”. Quand’è che una parola può essere considerata volgare? Dipende molto dal contesto, dalla cultura e dal periodo storico.

Generalmente, una parola è considerata volgare quando è offensiva. Insulta, umilia o disprezza qualcuno o qualcosa. È esplicita. Descrive in modo crudo atti sessuali o funzioni corporee. È tabù. Vìola norme sociali o religiose. È gergale. È tipica di un determinato gruppo sociale e può non essere compresa da tutti.

I fattori che influenzano la volgarità. Contesto. Una parola può essere innocua in un contesto e offensiva in un altro. Intenzione. L’intenzione di chi usa la parola può modificarne il significato. Cultura. Le norme sociali e culturali variano da paese a paese e da gruppo a gruppo. Periodo storico. Il significato delle parole cambia nel tempo.

Perché alcune parole sono considerate volgari? La volgarità spesso serve a esprimere emozioni forti. Rabbia, frustrazione, eccitazione. Creare un senso di appartenenza. Facendo parte di un gruppo che usa un linguaggio specifico. Sfidare le convenzioni sociali. Rompendo tabù e provocando reazioni.

È importante ricordare che la volgarità è soggettiva. Ciò che è volgare per una persona può non esserlo per un’altra. Il linguaggio evolve. Nuove parole entrano nel linguaggio comune e il significato di quelle esistenti può cambiare. Il contesto è fondamentale. Per capire se una parola è volgare bisogna sempre considerare il contesto in cui viene utilizzata. Ciò premesso intendo qui parlare di una di queste famose parole della lingua formate da solo quattro lettere.

Ha dato vita ad un derivato che descrive addirittura un’era geologica. Stiamo tutti vivendo l’enshittocene, un grande enshittening, in cui i servizi che contano per noi, su cui facciamo affidamento, si stanno trasformando in enormi mucchi di merda. È frustrante. È demoralizzante. È persino terrificante.

Penso che il quadro dell’enshittificazione, per spiegarlo, ha bisogno di molta strada. Bisogna spostarci fuori dal misterioso regno delle “grandi forze della storia” e nel mondo materiale di decisioni specifiche prese da persone nominate, decisioni che possiamo annullare e persone di cui possiamo conoscere gli indirizzi e le dimensioni del forcone con il quale prenderle.

L’enshittificazione nomina il problema e propone una soluzione. Non è solo un modo per dire “le cose stanno peggiorando”. Vediamo come funziona l’enshittificazione che nasce nello “enshittocene”. Un neologismo, una parola inventata di recente, che poggia sulla classica S*H*I*T e come tale ha una definizione precisa e universalmente accettata.

Il significato più comunemente attribuito all’enshittocene è quello di una satira o critica all’antropocene. L’antropocene è un’epoca geologica non ufficiale in cui l’attività umana ha avuto un impatto significativo sul pianeta, causando cambiamenti climatici, perdita di biodiversità e inquinamento su larga scala.

L’enshittocene, quindi, potrebbe essere inteso come un’esagerazione o una parodia di questa situazione, sottolineando gli aspetti più negativi e assurdi dell’impatto umano sull’ambiente. Il termine “enshittocene” (che potrebbe essere tradotto approssimativamente come “merdoscene”) suggerisce un’idea di degrado, sporcizia e disordine causati dall’umanità.

È importante notare che l’enshittocene non è un termine scientifico e non ha un uso diffuso al di fuori di alcuni contesti specifici. Viene spesso utilizzato in ambito artistico, letterario o in discussioni informali su temi ambientali e sociali. Rappresenta un modo provocatorio e ironico per riflettere sulla crisi ambientale e sull’impatto distruttivo dell’uomo sul pianeta.

L’immagine perfetta per descrivere l’enshittocene è un po’ difficile da trovare, dato che è un concetto relativamente nuovo e non esiste un’iconografia consolidata. Tuttavia, possiamo provare a creare un’immagine che ne catturi l’essenza.Ecco alcune idee che potremmo combinare per creare un’immagine evocativa:

Un pianeta Terra soffocato dalla plastica. Questo potrebbe rappresentare l’inquinamento e la sovrabbondanza di rifiuti che caratterizzano l’epoca attuale. Un paesaggio urbano post-apocalittico. Edifici abbandonati, strade desolate e un cielo grigio potrebbero simboleggiare le conseguenze dell’urbanizzazione incontrollata e dello sfruttamento delle risorse.
Animali estinti o in pericolo di estinzione.

Questa immagine potrebbe rappresentare la perdita di biodiversità causata dall’attività umana. Un essere umano che inquina l’ambiente. Ecco la parola chiave: inquinamento. L’Agenzia Europea per l’Ambiente l’ha sintetizzato nella immagine che correda questo post. Tutto nasce da quella famosa e fumosa parola fatta di quattro lettere … S.H.I.T.

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Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.