Basta la parola: “supervacaneità”
Si potrebbe pensare che il dottor Samuel J. Johnson, autore del primo Dictionary of the English Language (1755) stesse ridacchiando tra sé quando incluse questa parola nel suo dizionario, cercando di dare una ragionevole definizione di una sola parola che indicasse l’idea di “inutilità”. Pensiero che qualcuno può essere portato a ritenere inutile. Ma, se la mettiamo così, a pensarci bene, non avremmo i sinonimi e nemmeno la poesia.
Tutto sommato, “supervacaneo” è un aggettivo piuttosto bello, formato dal latino super (“sopra”), plus vacare, “essere vuoto o vuoto”. Quindi denota qualcosa non solo che non c’è, ma super vuoto, una cosa davvero assolutamente futile e ridondante. Un esempio piccante della parola si trova nell’attacco verbale che il filosofo Jeremy Bentham, nel 1825, fece contro i fallimenti di Lord Eldon nel riformare i tribunali inglesi del tempo.
Eldon aveva insistito nel dire che era “incorrotto in carica” e sperava che il suo successore avesse il suo stesso “uguale desiderio di eseguire i suoi doveri con fedeltà”. Bentham, nato proprio in questo giorno 15 febbraio nel 1748, rispose sarcasticamente: “Desiderio! E così, in un ufficio come quello del Giudice Capo . . . il desiderio è sufficiente: quello di realizzare qualcosa di simile a un approccio ad esso, un nulla inutile, un “supervacaneo”, appunto!”.
Ricordo che al mio paese, dove abbondano i soprannomi, in dialetto li chiamano “i stuortonome”, c’era un personaggio locale denominato “ ‘o vacante”. Il “vuoto”, appunto!
@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
One might like to think that Dr Johnson was chuckling to himself when he included this word in his Dictionary, with the single-word definition ‘Needlessness’. Is it not, after all, itself rather a needless word? Well, too far down that path and we shall have no synonyms or poetry. Besides, supervacaneous is rather a beautiful adjective, formed from the Latin super (‘above’), plus vacare, ‘to be empty or void’. So it denotes something not just empty but super-empty, a really utterly futile and redundant thing. A piquant instance of the word occurs in philosopher Jeremy Bentham’s 1825 broadside against Lord Eldon’s failures to reform the courts. Eldon had insisted he was ‘uncorrupted in office’ and hoped his successor would have ‘an equal desire to execute his duties with fidelity’. To which Bentham — born on this day in 1748 — responded sarcastically: ‘Desire! And so, in an office such as that of Chief-Judge . . . desire is sufficient: accomplishment, or anything like an approach to it, supervacaneous!’