Basta la parola: “memorabilia”

Antonio Gallo
4 min readNov 27, 2024

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Foto@angallo

“Memorabilia”. Non è solo un termine, è una porta aperta su storie e ricordi che meritano di essere custoditi. Collezionista esperto o un semplice amante dei ricordi, ogni pezzo ha il potere di raccontare una storia unica. La parola evoca un senso di nostalgia e di ricordi preziosi. Utilizzata per descrivere oggetti, eventi o esperienze che hanno un significato speciale, questa parola racchiude in sé l’essenza della memoria e del valore affettivo.

Ma cosa rende gli oggetti memorabili così unici e desiderabili?
Cosa sono? I “memorabilia” possono includere una vasta gamma di oggetti. Monete, francobolli, figurine o qualsiasi altro oggetto che possa avere valore per un collezionista. Maglie autografate, palloni da calcio o attrezzature utilizzate da atleti famosi. Manifesti di film cult, vinili rari o memorabilia di concerti storici. Documenti o oggetti legati a momenti significativi della storia.

L’importanza dei “memorabilia”. Conservazione della storia personale, privata o collettiva. I “memorabilia” fungono da testimoni di epoche passate, permettendoci di rivivere momenti storici attraverso oggetti tangibili. Spesso, gli oggetti “memorabilia” hanno un valore personale che va oltre il loro prezzo di mercato. Possono rappresentare ricordi di esperienze condivise con amici e familiari. Questi oggetti possono aiutarci a mantenere viva la connessione con le nostre origini, culture e tradizioni.

La parola ha un etimo latino e viene utilizzato sia in italiano che in inglese, ma il suo significato e il contesto d’uso possono presentare delle differenze. Vediamo insieme le sfumature di questa parola nelle due lingue. In italiano, “memorabilia” si riferisce principalmente a oggetti o articoli che hanno un valore affettivo o storico. Questi oggetti sono spesso legati a eventi significativi, personaggi famosi o esperienze personali. La parola è utilizzata per descrivere articoli da collezione, come abbiamo visto.

In inglese, “memorabilia” ha un significato simile ma può essere utilizzato in un contesto più ampio. Si riferisce a qualsiasi tipo di oggetto che ha oltre un valore storico o collezionistico anche una dimensione temporale come quella di una “vacanza” con una “Summer School”. Deriva dal latino “vacantia”, da “vacans”, participio presente di “vacare” che significa “essere vacuo, sgombro, libero, senza occupazioni.”

Il sostantivo “feria” (dal lat. tardo “feria”, dal classico “feriae -arum”, collegato con “festus” ‘festivo’) indicava nel mondo romano il giorno dedicato al culto pubblico e privato nel quale era proibito esercitare il potere giudiziario e convocare comizi. Ferragosto include sia le une che le altre. Io sono stato sia in “vacanza” che in “ferie” in Inghilterra in diverse scuole estive inglesi. Ho frequentato corsi in collegi e università, visitato chiese e biblioteche. Sono “entrato” anche nella preistoria. Giornate di escursioni in esclusive e storiche residenze pubbliche o private, tipo Oxford, Wells, Worcester, Longleat, Downtown, Stouerhead, oppure siti e luoghi preistorici come Avebury e Stonehenge.

Tra orde di turisti o improvvisi acquazzoni nella campagna inglese, una fatica non indifferente. E’ impossibile spiegare a qualche amico italiano, abituato a ben altri tipi di “vacanza”, le ragioni di queste scelte. Quando rispondevo che avevo fatto una “vacanza studio”, spesso mi facevano una risata in faccia. Oggi questi ricordi ed esperienze sono diventate “memorabilie fotografiche”.

Realtà perdute che ritrovo con libri, opuscoli, manoscritti, riservate memorie, luoghi dove ho visto libri incatenati, legati con catenacci, protetti dalla luce, nascosti e custoditi come tesori vergati e disegnati da mani pazienti, certosine, minuscole scritture manierate, letture fiorite pazientemente colorate, mirabili miniature che hanno fermato nel tempo i pensieri di chi fece del pensiero la propria ragione di vita.

Un pensiero fermato sulla carta, un pensiero cartaceo, visibile. Lo potevi vedere, toccare, intravedere, immaginare chi ci aveva lavorato per giorni, settimane, mesi ed anche anni, incollato a quel banco, a lavorare su quella pagina, fermo nel suo tempo. Pensiero cartaceo, che oggi trasformo in digitale. Ripenso a mio Padre, mentre componeva a mano i suoi “pezzi”, le sue pagine fatte di piombo di lettere messe insieme una dopo l’altra sul tipometro, nella sua tipografia.

Altri memorabilia. Riga dopo riga, diventavano colonne, pagine sulle quali poi faceva passare il rullo d’inchiostro che imprimeva la “forma” e dava vita alla pagina. L’amanuense che diede vita al compositore tipografo che poi ha fatto nascere questo blogger che ora scrive alla tastiera del pc. Penso, scrivo e pubblico in tempo reale. Mirabile a dirsi e a farsi. Pensiero cartaceo, pensiero digitale. Quante immagini memorabili fatte negli anni. Nella “memorabile” immagine qui sotto, cinque partecipanti del corso sulla preistoria di fronte al monumento di Stonehenge. Ci sono stato diverse volte, ogni volta una esperienza memorabile.

Un monumento megalitico situato nella pianura di Salisbury la cui costruzione risale a diverse fasi che si sono susseguite nel tempo. La prima fase è datata intorno al 3000 prima di Cristo, quando furono realizzati il fossato e il terrapieno circolare. Inizialmente, il sito era un semplice cerchio di terra. Fasi successive tra il 2600 e il 1600, vennero erette le pietre sarsen e le bluestones, che compongono la struttura attuale del monumento. La maggior parte delle pietre visibili oggi appartiene a questa fase finale della costruzione.

Stonehenge è considerato uno dei più antichi e misteriosi siti archeologici al mondo, con un significato che continua a essere oggetto di studio e dibattito tra storici e archeologi. Nonostante le numerose teorie sul suo scopo che vanno da un osservatorio astronomico a un luogo di culto, non esistono prove definitive riguardo alla sua funzione originale. Una storia che si estende per circa 5.000 anni, con la sua costruzione iniziata nel Neolitico e continuata fino all’Età del Bronzo, rendendolo uno dei monumenti più affascinanti della storia umana. Memorabilia davvero!

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Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

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