Avete mai parlato a voi stessi?
Una enigmatica poesia di Italo Alighiero Chiusano (1926–1994). Non era un poeta ma un germanista di vaglia, oltre che un esperto di letteratura europea. Scrisse racconti, romanzi, drammi e radiodrammi. Anche poesie, come questa che ho scelto per questo post. Avete mai parlato a voi stessi con forza, anche con violenza, tanto da ferire, senza avere una risposta? Un muro davanti, fatto di nulla. Oltre c’è solo il deserto di sabbia e di nebbia. Nessuno ti risponde, nessuno dichiara la sua presenza, eppure ricompare in forma diversa, tra fiamme che non bruciano, ma che la consumano, facendola scomparire. Ma lui non si rende conto che la ruota della vita la fa riapparire in altra forma che non sa riconoscere quando gli parla. Non sa più cosa sia, un tu, un’idea oppure una persona. Un figlio o un padre? La gabbia o il giardino dell’essere?
Itinerarium
Domande
ti scaglio contro, sassi
da lapidarti. Grande muto, a volte
t’odio. O ti chiamo Nulla.
Questa la prima zona.
— -
Di qui la terra vasta
si estende di nessuno.
Nebbia, grigio nel grigio.
— -
Poi ricompari. Diverso. Moneta
non c’è rovente che ci bruci peggio
le labbra. Totalmente inconcepibile
è ormai negarti. Avvampa nel tuo fuoco
ogni cosa. Abbagliato,
i capelli una torcia, mi consumo
in quest’incendio…
— -
Poi la ruota torna
a girare. Tu risparisci. Io cerco…
E parlo…
A chi? A due dèi? A uno dei due?
A nessuno?
Interpello
un qualcosa che è un tu. Non un’idea:
una persona. Orribile e adorabile.
Dentro di me a un Fuor-di-me parlo:
mostro cuore di padre.
— -
(Italo Alighiero Chiusano,
“Bacche amare”, Garzanti, Milano 1987)