Aprile il mese più crudele
Parlare di poesia è sempre un fatto soggettivo. Non a caso sono le parole gli elementi decisivi che determinano i sentimenti, le sensazioni e le intuizioni che creano il messaggio poetico.
Le parole, però, sono come il vento che trascina le foglie. Esse vanno e vengono, si posano e si riposano, sostano, compaiono e scompaiono, per poi ritornare senza dire dove sono state. Non cambiano mai, eppure sono sempre le stesse. Siamo in primavera e nuove foglie stanno per rinascere dalle gemme che brillano alla luce della vita dopo il letargo invernale.
Ad ogni primavera si rinnova il miracolo sia delle foglie che delle parole. Come descrivere il mutamento, questo cambiamento che ritorna per definire l’indescrivibile, misteriosa mutevolezza dell’esistenza? Il mese di marzo scivola verso la fine. Sta per ritornare l’ora legale, un’ora più di luce e di vita. Eppure non riesco a credere che un poeta come T. S. Eliot abbia potuto dire che “Aprile è il più crudele dei mesi”.
April is the cruellest month, breeding
Lilacs out of the dead land, mixing
Memory and desire, stirring
Dull roots with spring rain…
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Aprile è il più crudele di mesi: genera
Lillà dalla morta terra, mescola
Ricordo e desiderio, stimola
Le sopite radici con la pioggia primaverile…
(Trad. M. Praz)
In questo memorabile e ineguagliabile incipit del poema “La Terra Desolata” si realizza nella mente del poeta una magia, ma si prepara un incubo per il futuro del lettore: la rappresentazione della primavera. Il poeta la idealizza e la ferma nel tempo. Il lettore ne prevede la fine sulla sua pelle. Pensieri e parole di morte per questo, di vita per l’altro. Con i suoi versi Eliot ha toccato il cuore del mondo. Ha creato una realtà più forte della realtà stessa, ha incarnato il verbo, ha rivelato il potere straordinario di dare vita dentro una coscienza a un evento quotidiano come la pioggia improvvisa che fa rinnova e rigenera ma anche tradisce e marcisce.
Passano le stagioni ma ad ogni primavera quei versi sono ancora lì a richiamare innumerevoli ricordi che rendono la vita piena di mistero. Tutto fugge, tutto rimane nelle parole e nel ricordo ma nulla resta nel tempo. I mesi transitano nelle nostre esistenze e noi con loro. Facciamo esperienze che ci modificano, attraversiamo mondi a volte lontani e impossibili, ci trasformiamo.
Eppure siamo sempre lì, rincuorati e sostenuti da parole che abbiamo scelto, che forse ci hanno scelto, come se ci fosse una linea di confine tra mutevolezza e ed eternità. Per chi scrive e per chi legge. La “Terra desolata” di Eliot non è l’unico esempio poetico con cui spiegare l’effetto della poesia. La lista è lunga e penso che ognuno ne abbia una sua con cui sentirsi veramente a casa in ogni luogo.
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