“ A Thing of Beauty is a Joy for Ever”

Antonio Gallo
7 min readAug 24, 2022

--

Foto@angallo

It is August 24, 1770. A seventeen-year-old boy lies lifeless in an attic in Brook Street, London. He took opium and arsenic and fell into an eternal sleep.

Three days earlier he was walking in the cemetery of Saint Pancras with a friend and, absorbed in his own thoughts, he did not notice an open tomb and fell into it: the friend, playing down the incident, said he was happy to witness the resurrection of a genius. The boy’s response was not in the same tone: “My dear friend, I’ve been fighting with the grave for some time now.”

The genius in question is the very young and talented poet Thomas Chatterton, known in those decades that preceded the full rise of Romanticism. He was one of the clearest examples of how a strong interest in the ancient poetic style was gradually growing.

He was in fact obsessed with the Middle Ages and the poetry of that time. He strove to write in an English that could resemble the language of the fifteenth century as closely as possible, composing verses that one could believe belonged to three centuries ago.

Born in Bristol in 1752, Chatterton always had a certain fascination with the ecclesiastical and ancient world. He grew up in the aisles of the church of Saint Mary Redcliffe, learning to read from an old musical folio. He was always disinterested in purely childish activities.

His sister in fact narrated how, when asked what he wanted painted on a bowl, he replied: “An angel with wings and a trumpet, so that he can make my name resound on the world.” He spent his childhood locked up in the archive of Saint Mary Redcliffe, imagining that he lived in the Middle Ages, at the time of Edward IV (mid-15th century).

His literary work revolved around the name of Thomas Rowley, a 15th-century monk he imagined: this was the pseudonym he adopted in composing his own poems. Not finding a patron in Bristol, he turned to Horace Walpole, the famous author of the gothic novel The Castle of Otranto, but when he discovered that the poet was sixteen, he chased him away.

In London he began to collaborate with some magazines, even if this activity did not allow him to live an economically serene condition. He wrote eclogues, lyrics, operas and satires, both in prose and in verse.

In Holborn (London) he shared his room with a companion who was able to notice how he spent the night writing non-stop. He composed a novel that he pretended to have transcribed from a parchment, Excelente Balade of Charitie, which was rejected by the publishers. He ended his days as already mentioned, between starvation and poverty, refusing the offers of food that were made to him by his neighbor.

A couple of days after Chatterton’s death, Dr. Thomas Fry was able to recompose (from some fragments found scattered on the floor of the room and collected by the owner in a box, with the hope that there might be a note written there before the suicide ) the piece from one of the poet’s last lyric compositions: an alternative ending of Aella, A Tragical Enterlude, the tragedy that tells of Aella’s battle against the Danes and the betrayal of her faithful knight Celmonda, who tries to abuse Birtha, wife of the protagonist.

Aella, having returned to the castle wounded after the battle, and discovering that his wife has run away with a “stranger” (Celmonda had thus presented himself taking advantage of Aella’s absence to kidnap Birtha), stabs himself, dying as soon as his wife — in meanwhile saved by the Danes — she crosses the threshold of the building. Birtha collapses on the body of her deceased husband.

This tragedy contains the song of a minstrel that seems to foretell the end of the couple. Here is a fragment:

“His hair is black like a winter night.
Her skin is white as snow in summer,
Vermilion like the morning light on her face,
Cold he lies down there in the grave:
My love is dead,
He went to his deathbed
Under the weeping willow “

Despite the sad end of the young poet, posterity has made his figure immortal: famous is the picture painted by the painter Henry Wallis, which portrays Chatterton in his deathbed. It was also an inspiration for romantic poets such as William Blake and John Keats, who was united to him by the untimely and tragic death of him and who dedicated Endymion to him in 1818.

“A thing of beauty is a joy forever”: this is how Endymion opens, to celebrate the beauty that never dies out.

@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@

“Una cosa di bellezza è una gioia per sempre”

Henry Wallis: “ the death of chatterton”

È il 24 agosto 1770. Un ragazzo di diciassette anni giace senza vita in una soffitta di Brook Street, a Londra. Prese oppio e arsenico e cadde in un sonno eterno.

Tre giorni prima stava passeggiando nel cimitero di Saint Pancras con un amico e, assorto nei propri pensieri, non si accorse di una tomba aperta e vi cadde dentro: l’amico, sdrammatizzando l’accaduto, si disse felice di assistere alla resurrezione di un genio. La risposta del ragazzo non è stata nello stesso tono: “Mio caro amico, è da tempo che combatto con la tomba”.

Il genio in questione è il giovanissimo e talentuoso poeta Thomas Chatterton, conosciuto in quei decenni che hanno preceduto la piena ascesa del Romanticismo. Fu uno degli esempi più chiari di come un forte interesse per lo stile poetico antico andasse via via crescendo.

Era infatti ossessionato dal Medioevo e dalla poesia dell’epoca. Si sforzò di scrivere in un inglese che potesse assomigliare il più possibile alla lingua del XV secolo, componendo versi che si poteva credere appartenessero a tre secoli fa.

Nato a Bristol nel 1752, Chatterton ha sempre avuto un certo fascino per il mondo ecclesiastico e antico. È cresciuto tra le navate laterali della chiesa di Saint Mary Redcliffe, imparando a leggere da un vecchio foglio musicale. Era sempre disinteressato alle attività puramente infantili.

La sorella infatti raccontò come, alla domanda su cosa volesse dipinto su una coppa, rispose: “Un angelo con le ali e una tromba, perché possa far risuonare il mio nome nel mondo”. Trascorse la sua infanzia rinchiuso nell’archivio di Santa Maria Redcliffe, immaginando di vivere nel Medioevo, al tempo di Edoardo IV (metà del XV secolo).

La sua opera letteraria ruotava attorno al nome di Thomas Rowley, un monaco del XV secolo che aveva immaginato: questo era lo pseudonimo che adottò per comporre le proprie poesie. Non trovando un mecenate a Bristol, si rivolse a Horace Walpole, il famoso autore del romanzo gotico Il castello di Otranto, ma quando scoprì che il poeta aveva sedici anni, lo cacciò.

A Londra iniziò a collaborare con alcune riviste, anche se questa attività non gli permetteva di vivere una condizione economicamente serena. Ha scritto egloghe, testi, opere e satire, sia in prosa che in versi.

A Holborn (Londra) ha condiviso la sua stanza con un compagno che ha potuto notare come ha passato la notte a scrivere senza sosta. Compose un romanzo che finse di aver trascritto da una pergamena, Excelente Balade of Charitie, che fu rifiutato dagli editori. Finì i suoi giorni come già accennato, tra fame e povertà, rifiutando le offerte di cibo che gli erano state fatte dal suo vicino.

Un paio di giorni dopo la morte di Chatterton, il dottor Thomas Fry riuscì a ricomporsi (da alcuni frammenti trovati sparsi sul pavimento della stanza e raccolti dal proprietario in una scatola, con la speranza che ci fosse un biglietto scritto lì prima del suicidio) il brano tratto da una delle ultime composizioni liriche del poeta: un finale alternativo di Aella, A Tragical Enterlude, la tragedia che racconta la battaglia di Aella contro i danesi e il tradimento del suo fedele cavaliere Cemonda, che cerca di abusare di Birtha, moglie di il protagonista.

Aella, tornato al castello ferito dopo la battaglia, e scoprendo che la moglie è scappata con uno “straniero” (Celmonda si era così presentato approfittando dell’assenza di Aella per rapire Birtha), si accoltella, morendo non appena la moglie — nel frattempo salvata dai danesi — valica la soglia del palazzo. Birtha crolla sul corpo del marito defunto.

Questa tragedia contiene il canto di un menestrello che sembra preannunciare la fine della coppia. Ecco un frammento:

“I suoi capelli sono neri come una notte d’inverno.
La sua pelle è bianca come la neve d’estate,
Vermiglio come la luce del mattino sul suo viso,
Freddo si sdraia laggiù nella tomba:
Il mio amore è morto,
Andò sul letto di morte
Sotto il salice piangente”

Nonostante la triste fine del giovane poeta, i posteri hanno reso immortale la sua figura: famoso è il quadro dipinto dal pittore Henry Wallis, che ritrae Chatterton in punto di morte. Fu anche fonte di ispirazione per poeti romantici come William Blake e John Keats, che fu unito a lui dalla sua morte prematura e tragica e che gli dedicò Endymion nel 1818.

“Una cosa di bellezza è una gioia per sempre”: così si apre Endymion, per celebrare la bellezza che non si estingue mai.

--

--

Antonio Gallo
Antonio Gallo

Written by Antonio Gallo

Nessuno è stato mai me. Può darsi che io sia il primo. Nobody has been me before. Maybe I’m the first one. Nulla dies sine linea.

No responses yet